mercoledì 28 aprile 2010

Festa!


La Galeina Grisa.
Adesso è una sagra paesana che ha sentore di finto...
Negli anni passati era una delle feste più sentite di tutta la valle.
La sera del 30 aprile, la sera prima della festa del lavoro.
A gruppi si girava nelle campagne, fermandosi nelle cascine intonando la tradizionale “maggiolata” propiziatoria.
Si andava avanti tutta notte fino alla mattina.
Dalle cascine rispondevano offrendo da bere e da mangiare e naturalmente un cestino di uova...
La mattina si rientrava in paese, chi aveva più uova vinceva.
Le uova poi, servivano per una grande frittata popolare.

mercoledì 7 aprile 2010

Il Re del bosco


Come sempre il ritrovo è per le sei meno qualcosa del mattino.
Le ultime cacciate di dicembre sono sempre in dubbio.
Il 20 dicembre il termometro segna -18° al bar della piazza, nella notte ha nevicato, ma si può andare fino a 20 centimetri.
La squadra di cinghialai è composta per lo più da persone anziane, gente del '40 per intenderci.
Non tutti hanno voglia di stare ore in attesa "alla posta".
Aspettando gli ultimi indecisi, si taglia un salame e si beve qualcosa di caldo.
Il problema principale sono i cani. 18° sotto zero è davvero tanto. Se gela la condensa nei polmoni ci rimangono secchi.
Si decide di uscire perchè è l'ultima della stagione, ma nessuno ci crede davvero.
Una controllata all'equipaggiamento, nello zaino il thermos di caffè bollente e i vestiti pesanti.
I caricatori della carabina sono a posto e la carabina è ben oliata.
Il capocaccia dispone le poste cercando posti al sole più che posti strategici di passaggio.
Io e un canaio andiamo alla cerca nella neve, non ho voglia di stare in un bosco a congelare.
Nella neve ci sono le tracce di un solengo con un paio di scudieri.
I cinghiali sono popolazione matriarcale e i maschi riproduttori non stanno nel branco. Vengono accettati solo nel periodo del calore. C'è la femmina dominante, che generalmente è la più anziana e guida il branco di giovani maschi e femmine.
Un cacciatore che si rispetti non sparerà mai alla femmina dominante, la lascerà passare, sempre.
Stimiamo oltre i cento kili il bestione che dirige verso il bosco. Meglio caricare il fucile, se dovesse decidere di scendere di corsa diventerebbe pericoloso.
Con la radio si avvisano alcuni amici di spostarsi verso il bosco del castello. Devono essere li.
Entrano i cani, ma stranamente non braccano, è troppo freddo.
C'è davvero un silenzio surreale. Tutto ovattato.
Giro verso sud a favore del sole. Credo facciano così anche i cinghiali, puntano al versante più caldo.
Due minuti dopo raggiunta la postazione esce un treno a tutta velocità dal bosco, salta la strada e sparisce di nuovo nel fitto su per la montagna.
E sempre impressionante vedere la potenza e l'agilità di questi animali.
L'adrenalina è a mille, chiamo i cani e risaliamo la collina. La traccia è fresca, i cani sentono bene, inizia la braccata.
Due segugi istriani corrono più degli altri, sentiamo tre, quattro fucilate in rapida successione dall'altra parte del bosco, ma dalle radio non arriva nessuna conferma.
Non sono convinto, torno al versante esposto al sole e trovo le lestre (i giacigli).
Prendiamo un segugio a pelo lungo e lo mettiamo sulle tracce.
Dopo poco partono cinque caprioli. Si fermano i cani e non si spara, è ancora vietato.
Là sotto però si muove qualcosa. C'è un branco! Stanno risalendo spinti da altri cani. Bisogna restare immobili.
Arriva un bestione a tiro, sono cinquanta metri nel bosco. Fila al galoppo...mica facile.
Fischio piano e si ferma per capire da dove arriva. E' tardi. Un colpo solo, senza sofferenza.
Richiamiamo tutte le poste e recuperiamo 6 cinghiali di un branco composto da oltre 30. Non è necessario fare una carneficina.
Il cinghiale abbattuto risulterà il più grande. 120 kili e tirarlo su dal bosco è stato davvero impegnativo.
Anche se c'è freddo vanno subito eviscerati, mi spetta il fegato.
Breve sosta nell'osteria con la stufa a legna in mezzo alla stanza a brindare all'ultima giornata di caccia.
La sera il fegato verrà spadellato con le cipolle e accompagnato ad una polenta fumante e a un buon gutturnio.
Appese nella cella frigo ci sono le dodici mezzene che verranno spolpate tra una ventina di giorni.
Si è chiusa la stagione con 44 capi.
Nella ghiacciaia la carne per l'inverno sta per finire. Quasi tutta cucinata con la polenta o le tagliatelle. Le costine intere vanno bene anche nel camino sulla brace, ma ne parleremo dopo.

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