lunedì 14 novembre 2011

Piccoli grandi cani.


Al guinzaglio tirano come matti, fiutano già che qualcosa c'è in quelle ginestre al sole.
Liberati, tracciano, prima uno, poi due, tre, tutti corrono nella stesa direzione.
Si dispongono i fucili a "chiudere" il bosco è fitto la foglia non è ancora caduta.
"Fermo" il cane abbaia a fermo ha trovato i cinghiali. Poco dopo anche Gigas con il suo vocione è fermo sotto le ginestre.
Arrivano anche Zampina e Moro (detto anche Gambacorta, razza Dachsbracke).
Tutti ad abbaiare a fermo. La tensione sale, quattro cani che abbaiano a fermo in quattro zone diverse. C'è un branco!
I canai sono nervosi, le poste non sono ancora piazzate, ed è troppo tempo che i cani fanno "il fermo" c'è il rischio che qualche bestione si innervosisca e carichi ferendo qualche cane.
La tensione aumenta, i cani continuano ad abbaiare.
Io sono appena sopra, le ginestre sono circondate, ma non si riesce ad entrare. I cinghiali si sentono protetti e aspettano che sia il cane a fare la prima mossa.
I cani sanno benissimo che se dovessero provare ad entrare non avrebbero scampo.
E' adesso che pare tutto in stallo.
Tutto sospeso, non senti freddo, c'è un silenzio surreale nonostante l'abbaio costante dei cani che pare ritmato.
Alla radio i canai esortano a fare presto, i cinghiali sono nervosi e un paio di cani sono stati toccati.
Quando senti che i cani rischiano è questione di minuti, forse secondi.
"Non lo faccio ammazzare! Entro e li faccio 'partire'..." Dice un canaio.
"Spara a terra! " urla un'altro; in effetti è un fittissimo ginestraio e non si sa quanti cinghilai ci siano dentro, diventa davvero rischioso, anche se hai in mano un fucile.
Improvvisamente tutte le ginestre tremano.
"Partiti! Attenzione! Sono partiti!"
Bosco fittissimo, devi sparare solo se sei certo la palla impatti sul cinghiale o a terra. Attenzione ai cani.
Adesso inizi a sentire caldo stai in apnea e spegni la radio.
Speri che qualche cinghiale arrivi a tiro.
Solitamente la femmina capobranco porta fuori tutti in fila, ma qui ci sono quattro cani in quattro punti diversi.
Escono tutti in ordine sparso. E' pericoloso, l'adrenalina è a mille e qualcuno preso dall'eccitazione potrebbe sparare come non dovrebbe.
Ad un certo punto sotto di me sparano in due, sei fucilate e relative imprecazioni.
Poco dopo a 30 metri in mezzo al folto intravedo un bestione che passa i 150 chili,
ne vedo solo le orecchie, non mi fido a sparare, aspetto, è fermo davanti a me.
Imbraccio e punto, ho tempo, è sempre fermo.
Venti centimetri sotto le orecchie, dall'alto al basso...
Sparo!
E' ancora lì fermo.
Non ti capaciti di come sia possibile sbagliare un bersaglio così grande.
Doppio il colpo, il cinghiale parte rapidissimo, vola davanti ad altre due poste, è davvero enorme, ma pare che voli leggerissimo verso chissà dove, ma al sicuro.
Oggi, lunedì è ancora in giro. Ha vinto lui.
Ma che emozioni ancora...

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